Scrivere la storia
La delusione per la mancanza di attenzione da parte dell’amministrazione comunale nei confronti del Carnevale romano, lo stato di commissariamento della città, la mancanza di un bando, quanto di finanziamenti, la gravose spese sostenute nell’edizione del 2015 erano portatrici di malevoli presagi. Tanta era la voglia di mollare tutto e arrendersi allo stato di crisi delle istituzioni comunali e alle difficoltà economiche. Ma ancora una volta abbiamo voluto realizzare questa edizione come puro atto di volontariato culturale in omaggio alla storia, alle tradizioni e ai bimbi di Roma e al fine di non interrompere questa ritrovata tradizione comunitaria della Città. Ancora una volta siamo stati in grado di scrivere l’ennesima puntata di un libro di cronache della festa di piazza più importante della città di Roma iniziato nel XII secolo di cui erano stati protagonisti – e finanziatori – papi, ambasciate europee, nobili, cavalieri, artisti, popolo di Roma.
Un fiore nel deserto
Grazie all’operato dell’Associazione Carnevale romano che provvede da tre anni al pagamento dei costi vivi dell’evento, all’apporto volontario di organizzatori, artisti, cavalieri, fotografi e rievocatori tutti, alla stima conquistata verso grandi istituzioni nazionali, in collaborazione con il Municipio Roma 1, con l’adesione del Comune di Leonessa e della Pro loco Roma, l’VIII edizione del Carnevale romano, se pur forzatamente minore, è apparsa un gigante nel desolato panorama della cultura e degli eventi della città di Roma degli ultimi anni.
La rinascimentale Biblioteca Angelica è stata affascinante protagonista della giornata inaugurale con l’incontro dal titolo “Carnevale romano: il futuro di una festa antica”, pregno di suggestioni, musiche, immagini, parole legate alla straordinaria storia del grande evento con la partecipazione di accademici e intellettuali della cultura nazionale e con la presenza di Maria Rosaria Omaggio, seguita dalla mostra multimediale Conferenza+Musica+Immagini+Parole, con le immagini più significative delle passate edizioni della kermesse capitolina. Il XXXIV Carnevale romano delle Sette Contrade di S. Atanasio con la sfilata dei carri allegorici da p.zza Venezia a via dei Fori Imperiali ha rappresentato la consueta grande festa popolare, mentre il Museo di Roma – Palazzo Braschi, nell’ambito dell’esposizione “Il Carnevale Romano nella collezione del Museo di Roma Palazzo Braschi” ospitava la lectio del saggista Michele Rak,sul dipinto “La Giostra dei Caroselli nel Cortile di Palazzo Barberini in onore di Cristina Di Svezia” (autori Filippo Gagliardi, 1606 -1659; Filippo Lauri 1623-1694) e l’evento Parole e musiche per il Carnevale Romano, con l’interpretazione dell’attore Leonardo Petrillo di alcune letture tratte dal Conte di Montecristo di Alexandre Dumas inframezzate dalle musiche dell’Orchestra dell’Accademia Nova nel concerto per due violini e archi di Johann Sebastian Bach e dalle Arie di Corte di Ottorino Respighi.
La sfilata equestre viene spostata da Piazza del Popolo e Via del Corso a Piazza Navona, per ricordare le grandi giostre che qui ebbero luogo nel Medio Evo e nel Rinascimento. Gli Sbandieratori e Musici di Velletri, i Tamburini del Palio del Velluto di Leonessa, i rievocatori di Comunitas sublacensis, il Gruppo Musici di Torre Orsina hanno creato l’atmosfera magica di altri tempi, adatta all’arrivo di cavalieri e amazzoni in costume, artisti equestri, rappresentanze buttere della regione; il Reggimento Lancieri di Montebello (8°) e la Polizia di Stato a cavallo hanno ancora una volta onorato con la loro presenza in abiti d’epoca la grande festa della città, chiusa secondo tradizione dalla rievocazione della Festa dei moccoletti.
Addio ammascherate e carrettelle,
pranzi, cene, marenne e colazione,
fiori, sbruffi, confetti e carammelle.
Er carnovale è mmorto e sseppellito:
li moccoli hanno chiusa la funzione:
nun ze ne parla ppiú: ttutt’è ffinito.
(da Er primo giorno de quaresima, 17 febbraio 1847)